Ho cominciato a lavorare nelle scuole nel preistorico 2003.
Ho vissuto i cambiamenti, gli scivoloni, i passi avanti e quelli indietro, le proteste nelle piazze, gli stipendi che non arrivano, le regole mandate a monte, i bagni senza carta igienica (e a volte l’assenza dei bagni) la didattica a distanza nel periodo covid-19.
E poi loro, la mia certezza, il mio faro nel buio, i miei powerbank emotivi: i miei alunni.
I primi anni erano piccoletti dai 3 ai 5 anni, poi adolescenti a volte in crisi, sempre innamorati, pieni di talenti e dai sogni giganti soffici come una nuvola.
Ecco le 7 cose che ho imparato da loro e per cui mi sento di volerli ringraziare:
- La fiducia deve essere reciproca: per riceverla dobbiamo essere disposti a darla
- Posso dire ciò che penso: se qualcosa non mi sconfinfera lo posso dire, se non sono d’accordo anche
- La sete di cose nuove ci rende vivi e in continuo cambiamento, sempre “nuovi”
- Vedere il mondo con gli occhi di un adolescente è come stare sulle montagne russe: può fare paura, ma è un pieno di adrenalina!
- Della scuola ci si lamenta sempre ma, in fondo, è quel posto che ti manca tantissimo se ti costringono a non andarci
- Se un amico/a è in difficoltà, non importa se tu stai più “impicciato” di lui/lei: corri in suo aiuto
- Amare è la cosa più difficile ma ne vale sempre la pena (tanto chiusa una porta si apre un portone, lo sanno tutti)
Ce ne sarebbero tante altre, talmente tante che potrei non riuscire più a fermarmi e allora è meglio chiudere gli occhi e immaginarseli questi alunni che da domani in poi non vedrò più…oppure sì…mi basterà chiudere gli occhi.
Su INSTAGRAM potete trovare la lettera che ho scritto per loro. Per leggerla CLICCA QUI.
Grazie, Stefania